A chi gli dice che la Teologia della liberazione è morta lui risponde: «se è così qualcuno si è dimenticato di invitarmi al funerale!». Così ha esordito frei Betto, al secolo Carlos Alberto Libânio Christo, all’incontro tenutosi a Torino il 3 aprile scorso presso il salone dei Missionari della Consolata. Il tema della sarata, «America Latina: mercato o liberazione?», ha consentito al frate domenicano brasiliano di fare il punto, non solo sulla Teologia della liberazione (TdL), ma anche sulla situazione politica attuale del Latinoamerica.
Con la sua simpatia frei Betto ha subito conquistato tutto l’uditorio. La sua riflessione è partita dallo stato attuale e dalla genesi storica della TdL. «Il concetto di TdL era fortemente promosso dagli Usa che volevano presentarlo come movimento insurrezionale e perciò da combattere – ha spiegato – Noi che abbiamo vissuto quel movimento invece partivamo non da un’etichetta bensì dalla riflessione della fede dei poveri». Così «il primo atto della TdL è la riflessione dei cristiani nelle comunità popolari, nelle Comunità ecclesiali di base. Il testo della Bibbia viene interpretato in modo diverso a partire dal contesto in cui lo si legge secondo il triangolo ermeneutico testo – contesto – pretesto». È da questo primo atto che parte la riflessione della TdL, che è la riflessione sulla fede dalla parte dei poveri.
Frei Betto ha voluto spiegare come avviene la lettura biblica nelle comunità di base e qual è il suo significato. «La lettura biblica nelle Cebs mi ha fatto scoprire che il mio modo di leggere le Scritture era equivoco – ha spiegato - I poveri invece si guardano allo specchio quando aprono la Bibbia, la leggono a partire dal loro contesto, guardandoci dentro la loro vita. Così le persone confrontano i fatti della vita con quelli della Bibbia».
L’accusa alla TdL di essere troppo politica si spiega così: «Tutti noi facciamo politica, o facendola oppure omettendo di farla, tirandoci indietro». Non bisogna quindi cedere alla tentazione di ritirarsi dalla politica perché «sono i politici schifosi che vogliono che la politica ci faccia schifo», così che allontanandoci dalla politica loro possano gestire i loro affari senza disturbo.
Quindi la teologia ha un ruolo fondamentale nella politica perché ci ricorda come «la morte di Gesù non è avvenuta per ragioni di natura spirituale ma a causa della politica, Gesù, infatti, è stato ucciso dai due poteri politici». E così attualizzando i testi biblici scopriamo come «nei vangeli leggiamo di politica… Già Luca all’inizio del sua vangelo contestualizza la situazione politica dell’Impero al tempo del ministero di Gesù (Lc 3,1) e noi possiamo rileggerla così: ‘Nell’ottavo anno dell’Impero di Bush, mentre Napolitano governava l’Italia, Sarkozy presidente della Francia, e Brown governatore del Regno Unito…’». «Questa è la mia Bibbia – ha affermato con forza Betto - non c’è differenza tra l’epoca di cui scrive Luca e l’epoca in cui viviamo oggi».
Partendo da questo tipo di lettura, frei Betto ha dimostrato come si usa leggere la Bibbia nelle comunità popolari dell’America Latina, e ha proposto un’esilarante catechesi a partire dal vangelo del Buon Samaritano e dall’episodio della Samaritana al pozzo si Sicar. Con la sua simpatia, in grado di coinvolgere il pubblico, ha spiegato il significato politico, vitale, dei due brani proponendo un modo diverso di accogliere e di stare accanto alla vita reale delle persone.
Dopo le interpretazioni teologiche Betto si è soffermato a raccontare della situazione attuale del continente latinoamericano. «In America Latina si sta vivendo una primavera della democrazia, dopo le dittature militari e il neoliberismo, il popolo si è stancato delle oligarchie e adesso vota per chi ha il volto del popolo, anche se magari non è la persona giusta, questo è quello che è successo con le elezioni di Lula in Brasile, Morales in Bolivia, Correa in Ecuador, Chavez in Venezuela…». Un processo democratico che ha spiazzato le oligarchie dominanti e che ha provocato rabbia in loro per i disegni di ridistribuzione che alcuni di questi presidenti hanno fatto propri.
Secondo il domenicano brasiliano «questa è l’ultima occasione per l’America Latina». Purtroppo «in Europa anche i mezzi di informazione progressisti tendono a presentare come caricature questi presidenti cercando di mettere in cattiva luce i loro prezioso lavoro» così da salvaguardare gli interessi economici del Nord del Mondo che sfrutta le risorse energetiche e le materie prime dei paesi più poveri.
Un problema quello dell’energia che interessa il Brasile nella produzione dei cosiddetti biocombustibili, prodotti dalla canna da zucchero, e che frei Betto definisce Necro-combustibili perché tolgono terreno alla coltivazione di alimenti – in un paese come il Brasile dove su 200 milioni di abitanti 44 milioni soffrono di denutrizione cronica – e favoriscono il disboscamento della foresta amazzonica in cerca di nuove zone fertili che aumentino le zone di coltivazione. Un disastro ecologico.
Ma il futuro sta nella democrazia partecipativa. Infatti «La mia esperienza al governo – ha spiegato Betto – mi ha insegnato che non è vero che il potere cambia le persone, semplicemente esse si rivelano veramente per quello che sono». Bisogna creare una democrazia partecipativa dove la società civile, i movimenti, siano protagonisti dei processi politici e possano controllare i governi.
Chi è Frei Betto?
Frei Betto è considerato uno dei massimi esponenti della TdL. Nato a Belo Horizonete in Brasile nel 1944, fu leader del Movimento studentesco e della Gioventù studentesca cattolica e nel 1964 fu arrestato nel corso della repressione attuata dal governo brasiliano perché la sua attività venne giudicata sovversiva, in seguito entrò nell’Ordine domenicano come frate cooperatore domenicano. Nel ’69 fu nuovamente arrestato assieme al confratello frei Tito de Alencar, e fu torturato e imprigionato per quattro anni dalla dittatura militare brasiliana per il suo impegno politico a favore dei poveri e degli oppressi.
Attualmente frei Betto è animatore di molte comunità di base e della pastorale operaia, fino al 2004 è stato membro del governo Lula come assessore del programma di emancipazione alimentare «Fame Zero».
Tra i suoi libri si possono ricordare «Battesimo di sangue», «Mistica e spiritualità» scritto insieme a Leonardo Boff, e «Gli dei non hanno salvato l’america».