mercoledì 20 giugno 2007

fede ed evoluzionismo

La scienza glorifica Dio
di Carlo Bianchin


Sabato 16 giugno il Gruppo biblico di Torino (che ha chiuso il suo 28.mo anno di attività) e la Comunità cristiana di base di Chieri hanno organizzato una giornata di studio e di confronto sul tema «La creazione, l’evoluzione, la fede». Da molti anni la comunità di Chieri ospita questi incontri di inizio estate.

All’incontro è seguita una gioiosa eucaristia ed un pranzo in allegria che hanno arricchito la ricerca di gruppo, sempre ricca di riflessioni liberanti e di interrogativi stimolanti.

Tre le relazioni. Una di Anna Campora che ha riassunto efficacemente il volume di Hans Kung «L’inizio di tutte le cose», successivamente l’intervento di Franco Barbero che ha presentato il volume di un filosofo della scienza, il milanese Telmo Pievani intitolato «Creazione senza Dio».Carlo Bianchin (di cui riportiamo l’intervento) ha parlato sul tema «La scienza glorifica Dio».


Padre George Coyne è un gesuita statunitense, scienziato astronomo di fama mondiale. È stato il responsabile della Specola vaticana sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, è stato consigliere scientifico dello stesso papa e ha ispirato i suoi scritti in materia di scienza e fede, è anche docente presso l’Università dell’Arizona. Recentemente è stato esonerato dalla direzione della Specola vaticana per motivi di età (?).


Alla domanda se ritiene scienza o una semplice ipotesi la teoria evoluzionistica darwiniana, padre Coyne dice che la ritiene «la migliore spiegazione scientifica a nostra disposizione». I fatti, le osservazioni raccolti in maniera indipendente da varie scienze (geologia, paleontologia, astrofisica, biologia molecolare, chimica, cosmologia, convergono tutti nel corroborare la teoria evoluzionistica di Darwin.

Pensa che esista un conflitto inevitabile tra Darwin e la fede in un Dio trascendente? Assolutamente no, è la risposta perentoria del gesuita, che aggiunge «Se uno è credente assume i risultati della scienza con grande favore e serenità e crede che Dio, dalla sua sorgente di amore, ha creato il mondo in un modo tale che esso partecipa in maniera dinamica e attiva della sua creazione e del suo amore. Dio non vuole avere tutto sotto controllo, vuole che l’universo abbia la sua autonomia e il suo dinamismo La scienza darwiniana non solo non è in conflitto con il Dio trascendente ma lo glorifica.Alla richiesta su che cosa pensi del Disegno intelligente (Intelligent Design) la risposta è netta: «L’I.D.è un’ipotesi religiosa filosofica, non un’ipotesi scientifica. L’I.D. presenta Dio come un disegnatore, ma il Dio cristiano è un Dio d’amore. Rappresentarlo come un disegnatore significa diminuire Dio, non glorificarlo».


Sull’I.D. Coyne accenna allo scontro con il cardinale di Vienna Schonborn il quale affermava che l’evoluzione neo-darwiniana non è compatibile con la dottrina cattolica. È un’idea sbagliata, essere un cardinale o persino un papa non significa che tutto quello che si dice sia giusto.
(Far intervenire il soprannaturale là dove la scienza non è ancora in grado di spiegare è un’operazione scorretta, perché si confondono i piani. Per usare la frase di Bonhoffer significa usare Dio come un “tappabuchi”, mia osservazione).

Se Dio ha un progetto per il mondo, certamente esso è più intelligente di quello che gli attribuiscono i teorici del I.D.


Come consigliere scientifico di papa Woytila, padre Coyne cita una frase del papa in occasione di un importante convegno organizzato dalla Pontificia accademia delle scienze «L’evoluzione – disse il papa – non è più una mera ipotesi, ma è una teoria scientifica ben stabilita da tutte le scienze umane. L’evoluzione è una creazione continua».

Alla domanda se vede oggi il rischio di un conflitto tra la scienza e la Chiesa di Roma, il gesuita scienziato riporta una frase del card. Poupard, presidente del Pontificio consiglio della cultura: «Noi chiesa dobbiamo conoscere di più le scienze e rispettare i risultati da esse raggiunti. All’origine di ogni conflitto c’è l’ignoranza, all’origine di ogni dialogo c’è la conoscenza».


Nella seconda parte della mia relazione cerco di evidenziare alcuni concetti dello scienziato credente Coyne che mi paiono originali e accessibili anche a chi non è dentro il linguaggio scientifico.Dio non ha creato un universo bello e pronto, non ha creato un universo che assomiglia al gioco del «Lego», tirando fuori tutti i pezzi e mettendo qualcuno nel tempo ad assemblarli, Dio ha creato un universo che ha dinamismo, creatività propria, Dio ha condiviso la sua creatività con l’universo che ha prodotto. Dio lavora con l’universo più che dominarlo.


Ne consegue che è necessario re-interpretare la concezione della onnipotenza e onniscienza di Dio. La vita è nata in un modo tanto necessario che all’inizio dell’espansione Dio può aver previsto che sarebbe nata?


È una questione aperta, ma io propendo per il no. Dio sperava ma non era certo che la vita sarebbe nata. Certo non è stato solo per caso, ma vi sono stati eventi casuali nella evoluzione della vita.Porre la domanda classica: «La vita è nata per caso o per necessità?» è sbagliato. Per padre Coyne gli elementi che hanno favorito l’evoluzione sono tre: caso, necessità e fertilità dell’universo.


Lo scienziato Coyne spiega in questo modo la fertilità dell’universo:
«Nell’universo le stelle sono 1022, che significa 10 con 22 zero. Ogni stella è nata ed è destinata a morire (quelle che gli astro-fisici chiamano esplosione delle supernove). Quando una stella muore libera tutta la sua chimica nell’universo: carbonio, azoto, idrogeno ecc. Da un po’ di quella materia liberata si forma un’altra generazione di stelle, il Sole è una stella di terza generazione. Se non si fosse verificato questo processo noi non ci saremmo. Infatti l’idrogeno, l’azoto, il carbonio emessi dalle stelle sono i mattoni di tutti gli zuccheri, gli aminoacidi, fino al Dna. Per avere l’abbondanza chimica necessaria a formare anche la vita primitiva devono essere passate tre generazioni di stelle. L’universo ha fatto questo per 14 miliardi di anni. Questo io intendo per fertilità dell’universo».


(Per usare una poetica espressione dell’astronoma italiana Margherita Hack «noi siamo figli delle stelle»).


Tutto questo sembra molto materialistico e lo è, ma non nega Dio. Per me un universo che ha questo dinamismo interno non nega ma esalta Dio. Dio non ha preso una costola dal fianco di Adamo, non ha precostituito la vita. La vita invece è nata perché Dio ha fatto un universo nel quale sperava e pensava che la vita nascesse.


Il suddetto dinamismo fertile e creativo è ancorato ad alcune costanti dell’universo nel quale viviamo: velocità della luce, gravità, massa del protone, carica dell’elettrone, conservazione costante dell’energia. Se una di queste costanti fosse appena diversa , noi non ci saremmo. Ecco perché diciamo che il nostro universo è “sintonizzato” con la vita.


Per esempio se la proporzione della massa del protone rispetto all’elettrone fosse lievemente differente, il Sole avrebbe bruciato il suo carburante termonucleare prima che la terra o qualsiasi altro pianeta potessero formarsi. Un altro esempio, se la costante gravità fosse leggermente diversa, le stelle sarebbero nate e morte così rapidamente che non vi sarebbe alcuna possibilità per la formazione dei sistemi planetari. Infatti una delle condizioni per la vita è la presenza di pianeti. Gli astronomi ad oggi hanno scoperto 150 pianeti attorno ad altre stelle, ma non abbiamo ancora individuato un pianeta come la terra anche perché è tecnicamente difficile, date le distanze siderali. Siamo soli nell’universo?


E’ molto difficile che la vita inizi , ma se potessimo scoprire forme di vita anche primitive che siano indipendenti dalla vita sulla terra, sarebbe la più grande scoperta da quando esiste la scienza. Se fosse successo due volte, sarebbe successo molte volte e questo cambierebbe la natura dell’universo. L’universo diventerebbe fertile di vita. Ma questo non lo sappiamo ancora.
Per padre Coyne non esiste schizofrenia tra la scienza e la fede: «Tutta la scienza che ho studiato, l’ho studiata da gesuita quindi tutta la mia scienza si è sviluppata sullo sfondo della mia fede. Ma c’è qualcosa che lo innervosisce nella chiesa: il sospetto a cominciare da Galileo e proseguendo fino a Darwin che la scienza sia contaminata dall’ateismo, vi è il sospetto che se tutto fosse avvenuto come dice la scienza, Dio non avrebbe avuto tutto sotto controllo!».


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Fonti consultate:
Intervista a «L’Unità» del novembre 2005, vigilia della conferenza presso l’Instituo Stensen di Firenze sul tema “Dio e l’evoluzione dell’Universo”.
Intervista al settimanale gesuita statunitense «America» del 23 ottobre 2006, pubblicata da «Adista» n.84 del 25 novembre 2006.
Intervista televisiva del giornalista Stefano Pistolini trasmessa da «8 e mezzo» su LA 7 .

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