domenica 24 giugno 2007

Preghiera eucaristica

Una preghiera eucaristica per i deboli, gli oppressi, gli insoliti.

(da un testo di Marylin McCORD ADAMS, pastora della Chiesa episcopale Usa, in: Equal Rites. Lesbian and Gay Worship, Ceremonies, and Celebratìons, a cura di K. CHERRY e Z. SHERWOOD, Westminster John Knox Press, Louisville. Kentucky 1995.)


Dio dei deboli, degli oppressi, degli insoliti,
noi ti lodiamo per il tuo amore speciale
per tutti coloro che in qualche modo non rientrano negli schemi.
Il tuo Spirito ha calmato gli abissi agitati dalla tempesta,
la tua Parola ha modellato dal caos un mondo, che tu hai definito “buono”.

Hai formato il tuo popolo Israele da rifugiati e schiavi,
hai trasformato dei nessuno in qualcuno, dando loro il tuo nome.

Ci hai insegnato a sopravvivere nel deserto,
ci hai nutriti con una manna sconosciuta,
hai calmato la nostra sete con l’acqua dalla roccia,
ti sei sempre mostrato fedele verso di noi,
ma al tempo stesso pieno di sorprese.

Ci hai portato nella terra preparata per noi
per essere una comunità santa in cui vi e spazio per ciascuno
per crescere ed espandersi, per creare ed amare a gloria del tuo nome.

La tua guida paterna e il tuo insegnamento materno erano
per accogliere gli esuli e gli stranieri,
per avere cura dei deboli e dei poveri,
per visitare gli ammalati e gli anziani.
Ma noi abbiamo dimenticato di esser stati schiavi in Egitto.

Noi abbiamo chiesto di essere come le altre nazioni,
di organizzare il mondo secondo i nostri comodi,
di signoreggiare sui nullatenenti, di rifiutare i diversi come impuri.
Molte volte i tuoi profeti ammonitori furono rifiutati come traditori.
Nell’esilio e nella distretta tu ottenesti la nostra attenzione,
ma poi sempre tornammo a casa per chiudere gli altri fuori dalla porta.
E tuttavia la nostra resistenza non poté mai vincere il tuo sogno.

Tu venisti in mezzo a noi come emarginato, come illegittimo, come esiliato.
Tu toccasti i lebbrosi e le donne che perdevano sangue,
tu mangiasti con gli esattori delle tasse e reclutasti delle prostitute,
tu guaristi i tormentati, ammaestrasti i senza speranza,
scegliesti discepoli incostanti e improbabili,
accogliesti il Nord e il Sud, l’Est e l’Ovest alla festa per le nozze dell’Agnello.

Nella notte prima di morire per noi,
tu prendesti del pane, rendesti grazie, lo spezzasti,
e lo desti ai tuoi amici, dicendo:

Prendete, mangiate: questo è il mio corpo che è dato per voi.
Fate questo in memoria di me.

Dopo aver cenato, prendesti la coppa del vino,
rendesti grazie e la desti loro, dicendo:

Bevetene tutti: questo è il mio sangue del nuovo patto,
versato per voi e per tutti per il perdono dei peccati.
Ogni volta che ne berrete, fate questo in memoria di me.

Noi ricordiamo la tua morte per noi, tuoi amici,
Signore, ed annunciamo la tua risurrezione, nostra nuova vita.
Abbiamo deposto su questa mensa i doni che vengono da te e dalla terra,
il pane e il vino: possano, per il tuo Santo Spirito,
diventare per noi il pane della vita e il calice della salvezza,
il tuo corpo e il tuo sangue;
e possiamo noi amare come tuo corpo, nel mondo.
Trasforma la tua chiesa, la nostra città e il nostro pianeta
in una comunità inclusiva, così aperta e così profonda come il tuo amore. Amen.

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