lunedì 18 giugno 2007

Risposta dei leader indigeni alle critiche di alcuni vescovi

Il papa ci chieda perdono
della Confederazione dei popoli di nazionalità kichwa dell'Ecuador
(da Adista n. 42 - 9.6.07)

Di fronte alle dichiarazioni di alcuni vescovi riuniti in Brasile in occasione della V Conferenza generale dell’epi-scopato latinoamericano e dei Caraibi, esprimiamo la nostra più profonda indignazione per la loro mancanza di rispetto. Ci accusano di aver fatto dichiarazioni “ideologizzate”. Ci domandiamo se le dichiarazioni del papa riguardo ai nostri fratelli presidenti latinoamericani di impostazione umanista non siano per caso dichiarazioni politiche chiaramente ideologizzate. Naturalmente sì. Noi indigeni non abbiamo diritto ad avere filosofie, ideologie, spiritualità e culture nostre? È il momento che il papa e i vescovi accettino che nel mondo esiste la diversità e che la tolleranza interculturale è indispensabile per una convivenza giusta e fraterna tra i popoli. È naturale, signori vescovi, che i dirigenti indigeni abbiano una posizione politica, esattamente come anche tra voi c’è diversità di criteri politici. Alcuni vescovi fanno la loro opzione politica a favore degli esclusi dal sistema capitalista neoliberista e altri si pongono dal lato degli oppressori, dei privilegiati di questo sistema inumano e ingiusto.Non dobbiamo dimenticare che la predicazione di Gesù ha toccato gli interessi politici, economici e religiosi di quelli che ostentavano il potere in quel tempo e che per questo è stato accusato di essere eretico e sovversivo, ricevendo una condanna politica e religiosa sfociata nel suo assassinio. Eguale sorte hanno sofferto i nostri dirigenti politici e religiosi durante l’olocausto in Abya Yala (America), accusati dai rappresentanti dei re cattolici e dalla maggior parte dei sacerdoti cattolici di essere eretici e sovversivi, e condotti al rogo.Comprendiamo che i signori vescovi hanno l’obbligo di difendere papa Benedetto XVI, ma ciò non può far dimenticare loro le conseguenze, in termini di genocidio, dell’inva-sione e della conquista della Corona spagnola e la partecipazione che hanno avuto in esse membri della Chiesa cattolica. Non si può coprire il sole con un dito. Vi sono documenti storici e di carattere scientifico che mostrano quanto detto. Ricordiamo solamente che il papa di quel tempo, Alessandro VI, nel maggio del 1493, credendosi padrone e signore del mondo, emise delle Bolle di Donazione ai Re di Castiglia, in cui affidò in dono le nostre terre e i nostri antenati ai Re cattolici di Spagna. Basta leggere con una elementare sensibilità umana i resoconti lasciati da Frey Bartolomé de Las Casas, sulla fame di oro e sui crimini orrendi commessi dai criminali giunti in questi territori, con la complicità di membri della Chiesa.Non dimentichiamo, signori vescovi, che fino a pochi decenni fa le nostre migliori terre erano nelle mani della Chiesa, e che i nostri padri e i nostri nonni furono costretti a svolgere lavori non remunerati in quelle che in altri tempi erano le nostre terre, e poi pagare ai sacerdoti “le decime e le primizie”: furono, cioè, servi dove in altri momenti erano stati signori e padroni.Di fronte a ciò, il meno che possiamo fare è condannare questi crimini di lesa umanità, e denunciarli con tutta la forza affinché non si ripetano mai più. Altrimenti torneranno ad accadere in nome di “dei” che coprono voraci interessi politici ed economici, come è il caso del recente genocidio in Iraq, portato a capo da un essere che si crede padrone e signore di questo mondo e che ha affermato che era stato “dio a dirgli di invadere l’Iraq”. Non è possibile che questo succeda all’interno di una specie che si suppone evoluta a livello cerebrale, anche se nella pratica vediamo stati di coscienza che sfiorano la follia e che non ci permettono di convivere come fratelli. Non dobbiamo permettere che quelli che si ritengono dirigenti mondiali commettano errori che colpiscono tutta l’umanità.Alcuni vescovi riuniti nel Celam affermano che “la Chiesa cattolica ha dato impulso alla nostra liberazione”. Dobbiamo ricordare ai signori vescovi che parlando con proprietà bisognerebbe dire che certi membri della Chiesa hanno appoggiato la nostra insurrezione che è venuta preparandosi da secoli di fronte alle situazioni di ingiustizia che abbiamo vissuto. E non sono stati solo membri delle Chiese a sostenere le nostre cause, ma anche atei umanisti, membri di altre religioni, tante persone e popoli con cui condividiamo il cammino, nella ricerca definitiva della liberazione e della vita degna per i popoli. Dobbiamo anche ricordare ai vescovi che i membri della Chiesa cattolica che ci hanno appoggiato e ci appoggiano generalmente sono stati perseguitati e puniti da membri della gerarchia ecclesiastica.Sua Santità Benedetto XVI, e vescovi del Celam riuniti in Brasile, noi ribadiamo la nostra posizione: l’evangelizza-zione realizzata da membri della Chiesa cattolica durante la conquista e l’invasione spagnola non solo non ha rispettato le nostre culture, ma ha anche sterminato interi popoli e nazioni. Non si può difendere l’indifendibile in nome di niente, devono prevalere la verità e la giustizia. La verità è che milioni di esseri umani furono sterminati con vili esecuzioni, con sistemi di sfruttamento anticristiani, nelle miniere e ai lavori forzati; che i sacerdoti encomenderos si appropriarono delle nostre terre e imposero le loro concezioni teologiche che non avevano nulla a che vedere con il messaggio di Cristo, distrussero il Tempio Vivo di Dio che sono gli esseri umani secondo la concezione di Gesù, ed edificarono “templi” per lavare le proprie coscienze di fronte ai crimini commessi; il sangue versato dai nostri antenati con la complicità della maggior parte dei sacerdoti cattolici si è unito al sangue versato da Cristo sulla Croce con la complicità dei sacerdoti del tempo.Ora, queste riflessioni devono portarci alla consapevolezza che in questo momento si stanno compiendo un genocidio e un ecocidio mostruosi, che, se continuano, possono condurre alla distruzione del nostro pianeta e alla conseguente estinzione dell’umanità. Basta vedere le statistiche della mortalità infantile, il riscaldamento globale e le sue ripercussioni, i milioni di poveri che si dibattono tra la vita e la morte. Se i governi dei Paesi ricchi fossero minimamente sensibili e investissero risorse nella salute e nell’educazione invece che in armamenti, la sorte di milioni di nostre sorelle e fratelli sarebbe diversa. Se la voracità delle transnazionali del capitalismo neoliberista cessasse e il presidente degli Stati Uniti firmasse e rispettasse il Protocollo di Kyoto per il controllo delle emissioni di anidride carbonica, l’umanità e la natura non sarebbero minacciate di morte. Queste sono le cause del genocidio e dell’ecocidio che oggi si consumano di fronte ai nostri occhi sul pianeta, e questo è ciò che dovrebbe preoccupare il Papa e i vescovi, non il grande impegno dei presidenti latinoamericani di impostazione umanista che si sforzano di dare risposta alle necessità dei loro popoli.Signori vescovi, l’umanità richiede filosofie, ideologie politiche, economie, teologie che preservino la vita degli esseri umani e della Allpa Mama (Madre natura). Le religioni devono servire a favorire la relazione armonica tra gli esseri umani e la Allpa Mama. Se le religioni, i sistemi politici ed economici non servono per farci vivere tutti e tutte con dignità, e non favoriscono la difesa della Allpa Mama, a che servono allora?Abbiamo di fronte a noi grandi sfide. I dogmi politici, economici e religiosi che hanno prevalso nel mondo sono falliti, dal momento che l’umanità è a rischio di estinzione. Dobbiamo realizzare cambiamenti urgenti nelle nostre menti, nelle nostre concezioni, nelle nostre azioni, perché altrimenti sarà troppo tardi. La Madre Terra già ci annuncia di essere malata; le ripercussioni del riscaldamento globale sono imminenti. Se non apriamo i cuori oltre le nostre concezioni, politiche, religiose, economiche, culturali e sociali, noi e i nostri figli pagheremo il prezzo di non esserci inchinati alle leggi della Natura e alla convivenza fraterna.In nome della difesa della Vita Planetaria, sforziamoci di essere coerenti con ciò in cui crediamo e, rinunciando ai privilegi che ci offre il potere capitalista, assumiamo con semplicità e povertà il servizio verso coloro che sono stati privati di tutto.Ribadiamo la nostra richiesta che il Papa chieda perdono ai Popoli e alle Nazionalità Indigene del Continente e ai governi latinoamericani che si sono sentiti offesi dalle sue dichiarazioni politiche e religiose. Esortiamo i vescovi latinoamericani a considerare nelle decisioni che prenderanno nel Celam il rispetto che i popoli originari esigono per le proprie culture millenarie, e l’esigenza di milioni di esseri umani che gridano giustizia di fronte alla disuguaglianza sociale, economica e politica.

Humberto Cholango - Presidente della Confederazione dei Popoli di nazionalità kichwa dell’Ecuador - Ecuarunari

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