L'ultimo libro di Ratzinger
di Franco Barbero
Gesù di Ratzinger
di g.g.
Joseph Ratzinger ha sbagliato titolo per il suo libro. Il suo Gesù non è quello di Nazaret, piuttosto avrebbe dovuto intitolare la sua opera “Gesù Cristo, Figlio di Dio”. Non si tratta, infatti, di un libro sulla figura storica di Gesù di Nazaret (il titolo si rivela ingannevole) ma sul Gesù della fede cristiana (cattolica), come il papa stesso ha affermato.
Ma quali sono gli intenti di questo libro? Perché un papa, un teologo dogmatico e sistematico come Ratzinger, tra l’altro una persona che non ha mai dedicato i suoi studi alla cristologia, ha sentito il bisogno di scrivere un opera su Gesù di Nazaret (almeno così annuncia il titolo)?
Cerchiamo di rispondere a questa domanda analizzando i temi trattati nel libro e mettendo in evidenza le numerose contraddizioni che si possono ritrovare nell’opera del teologo bavarese.
1. Ratzinger afferma che l’unico Gesù storico è il Gesù narrato nei vangeli. Con questa affermazione, inesatta per la maggior parte degli studiosi di letteratura cristiana e di esegesi biblica (è ormai fatto acquisito, da anni, il contrario. Un fatto elementare), il pastore tedesco rinuncia al metodo storico-critico, rinnegando fra l’altro il magistero della chiesa che in un documento del 1943 (Divino afflante Spiritu) riconosce la validità di questo metodo storico. Questo è un gesto che vuole mettere una pietra sopra a tutta la ricerca storica su Gesù. Ormai anche i bambini sanno che il Gesù narrato nei vangeli è il Gesù della fede, il Cristo elaborato dalla prima comunità cristiana dopo un lungo processo. I vangeli non sono documenti che raccontano la storia di Gesù da un punto di vista scientifico e cronologico, questo è chiaro, ricostruiscono soggettivamente la figura di Cristo agli occhi della fede dei primi cristiani.
2. Ratzinger mette un’altra pietra. Questa volta si tratta della teologia e della ricerca biblica femminista. Afferma “Madre non è un appellativo con cui rivolgersi a Dio”. In realtà non si comprende una simile esclamazione in un libro sul Gesù storico. È chiara l’intenzione polemica! Dio non è né maschio né femmina, questo è ovvio, ma nella tradizione biblica sono molte le categorie di genere femminile che vengono attribuite a Dio: misericordia (immagine del grembo materno); sapienza; ruah (spirito di vita, soffio vitale, poi lo Spirito Santo della dottrina cristiana). Il lavoro delle teologhe femministe ha portato in evidenza questi aspetti narrativi del genere ricostruendo minuziosamente i sentieri dell’identità femminile nella tradizione biblica. Hanno ricostruito con gli strumenti delle scienze umane, in particolare l’antropologia, le ragioni del patriarcato che ha influito, ovviamente, sul modo di narrare Dio. Ratzinger evidentemente non conosce l’antropologia culturale e con una logica dogmatica, che sfocia nel ridicolo e nel naif, afferma: “Gesù ci ha insegnato a pregare Padre nostro” e non Madre nostra ergo Dio è Padre. Come può un teologo serio non pensare che il modo di narrare Dio, il suo genere, le sue caratteristiche, ecc, dipendano dalla cultura, dall’ambiente, ecc, che ha determinato quella narrazione, e dalla fede ancestrale degli uomini e delle donne? Ratzinger pretende, nella sua dogmaticità, di conoscere Dio ontologicamente, di schematizzare il mistero in una dottrina comprensibile e conoscibile razionalmente. Il mistero può essere conosciuto soltanto lasciandolo irrompere nel quotidiano e nella storia, Dio non possiamo possederlo. Inoltre il teologo tedesco contraddice nuovamente il magistero petrino, papa Albino Luciani (Giovanni Paolo I) aveva affermato che Dio è “Padre e Madre”, questo è un’ulteriore passo indietro che fa provare nostalgia per un papa, come Lucani, che aveva anche affermato durante il suo breve ministero: “sono un povero cristo vicario di Cristo”. Chissà se Ratzinger pensa di essere un povero cristo?
3. Questo libro di Ratzinger costituisce l’atto di morte della teologia (secondo lui). La teologia deve essere ancella della dottrina: deve spiegare e non mettere alla prova, deve rendere comprensibile e non ricercare. Ratzinger dice che l’Anticristo insegna teologia all’Università di Tubinga (qualcuno dice voglia essere un riferimento ad Hans Küng, noi possiamo dire che anche Ratzinger insegnò a Tubinga…).
4. L’affermazione “ognuno sarà libero di contraddirmi” non indica una disponibilità al dialogo e un’apertura al dibattito – così come ha sottolineato il cardinale Schoenborn – ma uno specchietto per le allodole. O, al massimo, di una finzione manzoniana. Di questo si tratta.
Ci sarebbero ancora molti altri punti da discutere. Ma noi non abbiamo letto il libro in questione, questa non è una critica seria, e non lo leggeremo mai perché non ce ne può fregare di meno (se non per i danni che provocherà tra il popolo di Dio). Questo libro è una grossa operazione commerciale, è edito da una casa editrice di divulgazione (non certo di libri di studio), è scritto “semplicemente” per poter arrivare al grande pubblico. I maligni potrebbero pensare che Ratzinger scrive così “semplicemente” per la sua mediocrità, ma in realtà la sua mediocrità come teologo appare soprattutto quando si tratta di affrontare i contenuti. Il papa è riuscito, negli anni, a costruirsi una fama di grande teologo che in realtà non gli appartiene, si vede bene nei suoi scritti, grazie anche all’aiuto di altrettanti mediocri che l’hanno sostenuto in questo: filosofi, esponenti del mondo della cultura, tutte persone che si definiscono laici ma che non esitano, tutti insieme come scimmiette, a partecipare al bacio della pantofola.
Siamo certi però di una cosa: la nostra fede è la fede dei nostri padri e delle nostre madri, dei poveri, dei piccoli, di quelli che sono emarginati e che non trovano posto nelle narrazioni ufficiali. Per questa ragione, che è ragione e fede insieme, senza schemi e volontà di distinzioni, possiamo continuare ad affermare ciò che i padri della teologia della liberazione dichiararono a Meddelin:
“Crediamo in Dio,
creatore di un mondo non ancora finito,
non di un mondo che è così e che così deve continuare,
come se Dio avesse proposto un piano eterno di sviluppo
nel quale noi non possiamo partecipare.
Crediamo in Dio,
che non ha diviso gli uomini in ricchi e poveri,
in professori ed ignoranti, in padroni e schiavi”.
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Credo nel Dio liberato dal Vaticano e da tutte le religioni esistenti e che esisteranno. Il Dio che è antecedente a tutti i battesimi, pre-esistente ai sacramenti e che và oltre tutte le dottrine religiose. Libero dai teologi, si dirama gratuitamente nel cuore di tutti, credenti e atei, buoni e cattivi, di quelli che si credono salvati e di quelli che si credono figli della perdizione, e anche di quelli che sono indifferenti al mistero di ciò che sarà dopo la morte.
OPERE SUL GESU' STORICO
Proponiamo alcuni titoli, tra le opere su Gesù di Nazaret (di studio ma anche di divulgazione), che possono essere considerate attendibili scientificamente e che si inseriscono in un dibattito serio nel campo degli studi sul Gesù storico.
. Giuseppe BARBAGLIO, Gesù ebreo di Galilea, Dehoniane, Bologna, 2003; (dello stesso autore vedi anche: Il pensare dell'apostolo Paolo, Dehoniane, Bologna, 2004; Gesù di Nazaret e Paolo di Tarso. Confronto storico, Dehoniane, Bologna, 2006).
. John P. MEIER, Un ebreo marginale. Ripensare il Gesù storico - 1. La radici del problema e della persona, Queriniana, Brescia, 2001.
. John P. MEIER, Un ebreo marginale. Ripensare il Gesù storico - 2. Mentore, messaggio e miracoli, Queriniana, Brescia, 2002.
. Jonh P. MEIER, Un ebreo marginale. Ripensare il Gesù storico - 3. Compagni e antagonisti, Queriniana, Brescia, 2003.
. Jon SOBRINO, Gesù Cristo liberatore. Lettura storico-teologica di Gesù di Nazareth, Cittadella, Assisi.
. Ortensio DA SPINETOLI, Gesù di Nazaret, la meridiana, Molfetta, 2006.
. Geza VERMES, Gesù l'ebreo, Borla, Roma, 1983. (fuori catalogo)
. Mauro PESCE e Adriana DESTRO, L'uomo Gesù. Giorni, luoghi, incontri di una vita, Mondadori, 2008.
Per una lettura più divulgativa sulla base degli studi di letteratura cristiana e di storia del Cristianesimo il libro-intervista:
. Corrado AUGIAS, Mauro PESCE, Inchiesta su Gesù. Chi era l'uomo che cambiò il mondo, Mondadori, Milano, 2006.
Un romanzo storico appassionante e allo stesso tempo preciso che racconta Gesù e il suo mondo:
. Gerd THEISSEN, L'ombra del Galileo, Claudiana, Torino 1990.
CINEMA
Per una lettura della figura di Gesù attraverso il cinema consigliamo due film. Il primo (Pasolini) è l'unico, all'interno della galassia dei film che vogliono raccontare Gesù attraverso i vangeli, che lo fa in modo corretto e senza dare spazio e rappresentazioni sentimentalistiche, apologetiche e melense (cfr. Zeffirelli, o, ancor peggio, Mel Gibson).
Il secondo film (Olmi) è una lettura in chiave contemporanea della fugura di Gesù di Nazaret. Ambientato nel nostro tempo rilegge la realtà con gli occhi di Gesù, conducendo una critica alle strutture del mondo contemporaneo e in particolare alla religione, alla cultura fine a se stessa e alla società del consumo e del capitale.
. Pier Paolo Pasolini, il Vangelo secondo Matteo, 1964
. Ermanno Olmi, Cento Chiodi, 2006.
Ai film citati, va aggiunto il mediometraggio
. Pier Paolo Pasolini, La Ricotta, contenuto in Ro.Go.Pa.G. (Rossellini, Godard, Pasolini, Gregoretti).
E' un vero capolavoro in 40'. Esprime il Pasolini pensiero, ripercorrendo la storia della Passione di Gesù Cristo, attualizzandola e ripresentandola, incarnata, nella persona di un "povero Cristo" (il sottoproletario Stracci). E' un apologo in forma tragicomica, che pone le basi per un'ispirazione di una trama che narra della lotta di classe, in modo originale e artistico (ritenuto quasi blasfemo all'epoca, il film fu sottoposto a censura dopo aver subito processi e processi, e P.P.P. fu accusato di vilipendio alla religione...). L'arte e la realtà (si parla di neorealismo manieristico per definire lo stile pasoliniano) s'intrecciano qui in una lotta aspra e crudele che denuncia, con lo stile del poeta, la sopraffazione dei poveri da parte della borghesia ignorante, soprattutto quella italiana... definita da Pasolini ( il cui pensiero è espresso nel film dal grande Orson Welles) la borghesia "più ignorante d'Europa".
(d.cop.)
OPERE DI TEOLOGIA FEMMINISTA
. AA. VV., La Bibbia delle donne, ed. Claudiana, vol. I 1996, vol. II - 1998, vol. III - 1999.
. Mary DALY, Al di là di Dio Padre, Roma, Editori Riuniti, 1990.
. Ivone GEBARA, Noi figlie di Eva. Potere e non potere delle donne, Assisi, Cittadella, 1995.
. Elisabeth GREEN, Dal silenzio alla parola. Storie di donne nella Bibbia, Torino, Claudiana, 1995.
. Elisabeth GREEN, Teologia femminista, Torino, Claudiana, 1998.
. Elisabeth A. JOHNSON, Colei che è. Il mistero di Dio nel discorso teologico femminista, Brescia, Queriniana, 1999.
. Antonietta POTENTE, Un tessuto di mille colori, Roma, Cipax, 1999.
. Rosemary RADFORD RUETHER, Per una teologia della liberazione della donna, del corpo, della natura, Brescia, Queriniana, 1992.
. Elisabeth SCHUSSLER FIORENZA, In memoria di Lei. Una ricostruzione femminista delle origini cristiane, Torino, Claudiana, 1990.
. Elisabeth SCHUSSLER FIORENZA, Gesù figlio di Miriam, profeta della Sofia. Questioni critiche di cristologia femminile, Torino, Claudiana, 1996.
OPERE DI TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE GAY
. AA. VV., Il posto dell'altro. Le persone omosessuali nelle chiese cristiane, La meridiana, 2001.
. AA. VV., La sessualità umana, Queriniana, 1979.
. J. BOSWELL, Alla scoperta dell'amore, Croce editore, 1999.
. J. BOSWELL, Cristianesimo tolleranza omosessualità, Leonardo, 1989.
. J. McNEILL, La chiesa e l'omosessualità, Mondadori 1979.
. J. McNEILL, Scommettere su Dio. Teologia della liberazione omosessuale, Sonda, 1994.
. J. McNEILL, Libertà, gloriosa libertà. Un cammino di spiritualità e liberazione per omosessuali credenti, Edizioni Gruppo Abele, 1996.
. J. ALISON, Fede oltre il risentimento. Coscienza cattolica e coscienza gay: risorse per il dibattito, Transeuropa, 2007.
. AA.VV., Le omosessualità in "Concilium" n.1/2008.
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