Una ottantina di persone hanno dato vita, dopo una significativa relazione introduttiva dell’invitata, ad un dialogo vivace. “Bisogna stare in un contesto, sapere bene dove si mettono i piedi, da che parte ci si colloca”, aveva esordito suor Antonietta Potente.
Spiritualità e liberazione sono parole vuote, evanescenti fuori da contesti precisi. Se invece si intendono come percorsi permeati dallo Spirito di Dio, allora suscitano responsabilità, iniziativa, sovvertimento non violento degli schemi culturali ed ecclesiastici oggi dominanti.
Il popolo di Dio deve riprendersi l’iniziativa della sua vita, della sua fede, della sua azione comunitaria senza deleghe gerarchiche. Abbiamo bisogno di leaders, non di furie.
Il leader vero spinge verso l’autonomia e la libertà, il guru crea dipendenza. Il mondo oggi è uno straordinario laboratorio di futuro e sotto la cenere c’è crepitio di tante fiammelle.
La nostra chiesa, purtroppo, va un po’ per la sua strada e sembra richiudersi in un mondo tutto suo. Cerchiamo di abitare nel mondo reale, non in quello di cui ci hanno dato spettacolo le recenti riunioni cardinalizie.
(da donfrancobarbero.blogspot.com)